Una serie di "sfortunati" eventi hanno condotto il mio essere ad una nuova dimensione che in fondo è sempre stata dentro di me. Li ho definiti sfortunati quegli eventi, ma non credo la sfortuna esista, sarebbe più opportuno parlare di vicende che hanno fatto parte di me e che ormai sono passate e adesso le inglobo nel mio bagaglio come qualcosa che non c'è più e che mi porto sempre con me.
Questo percorso inaspettato mi ha condotta all'acqua, elemento simbolo di purezza. In questo caso specifico in un momento in cui intorno a me i pensieri fluivano urlandomi nella mente in maniera incessante, ho trovato il silenzio in quel luogo confortevole e pacifico, dove nessuno parla, soprattutto io stessa a me medesima.
Silenzio, l'abbraccio totalizzante e leggero di un continuo fluire.
La sensazione di essere parte di un'universalità profonda e antica che va aldilà delle vicissitudini umane.
Ho avuto un flash e ad un tratto mi sono ritrovata ago e filo alle mani: la mia prima coda da sirena intorno alle mie gambe, come un'altra parte di me.
Sono la creatura generata dall'acqua, silenziosa e delicata mi muovo in essa ripulita dai pensieri.
Una meditazione senza fine e senza respiro.
Io sono acqua.
Diario di una sirena, le origini
Nelle acque del Salento
Il fondale di grotta della poesia (Melendugno)
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