C'era una volta un uccellino, con ali perfette e piume lucenti, colorate e meravigliose. Insomma, un animale creato per volare in libertà nel cielo, e rallegrare chiunque lo vedesse.
Un giorno una donna vide questo uccellino e se ne innamorò. Stupefatta si fermò a osservarne il volo con il cuore che batteva all'impazzata, e gli occhi brillanti di emozione. Lo invitò a volare vicino a lei, e insieme vagarono attraverso i cieli e le terre in perfetta armonia. Lei ammirava, venerava, celebrava quell'uccellino.
Ma poi pensò: 'E se volesse conoscere le montagne lontane?' Ebbe paura, paura di non provare più quel sentimento con altri uccellini. E provò anche invidia: invidia per la sua capacità di volare.
Si sentiva sola.
E allora si disse: 'Preparerò una trappola. La prossima volta che arriverà non potrà più andare via.'
L'uccellino, parimenti innamorato, tornò il giorno seguente, cadde n una trappola e fu imprigionato in una gabbia.
Lei trascorreva ore a guardarlo, tutti i giorni. Era l'oggetto della sua passione e lo mostrava alle amiche, che dicevano: "Ma tu hai davvero tutto." Poi cominciò a verificarsi una strana trasformazione: visto che possedeva l'uccellino, e non aveva bisogno di conquistarlo, lentamente perse interesse per lui. E l'uccellino, non potendo volare ed esprimere il senso della propria vita, a poco a poco deperì, la lucentezza delle sue piume svanì e divenne brutto. La donna non gli prestava più attenzione, se non per nutrirlo e pulirgli la gabbia.
Un giorno l'uccellino morì. Lei ne fu profondamente rattristata e iniziò a pensare sempre a lui. Tuttavia non si ricordava della gabbia, rammentava soltanto il giorno in cui lo aveva visto per la prima volta, mentre volava felice fra le nuvole.
Se avesse osservato se stessa, avrebbe scoperto che ciò che l'aveva colpita in quell'uccellino era la libertà, l'energia delle sue ali in movimento, e non il suo corpo fisico.
Senza l'uccellino, la sua vita perse di significato, e la Morte andò a bussarle alla porta. "Perché sei venuta?" Le domandò lei.
"Per farti volare di nuovo insieme a lui nel cielo," rispose la Morte. "Se lo avessi lasciato di nuovo partire e tornare , lo avresti amato e ammirato anche di più. Ora, invece, hai bisogno di me per poterlo rincontrare."
Paulo Coelho, Undici minuti, Trad. di Rita Desti, Bergamo 2014, pp. 209-210.
Foto Wikipedia, Ghiandaia marina pettolilla (Coracias caudatus)
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